Commemorazione Gigi Bacco
3 Marzo 2016A Giancarlo
Io penso che oggi noi non dobbiamo piangere per la dipartita del nostro Giancarlo, perché in realtà Giancarlo da questi luoghi mai se ne è andato né mai se ne andrà, in quanto lui non abbandonerebbe mai San Giuseppe e la sua amatissima Gianesini.
Anche quando i suoi guai fisici e successivamente la malattia lo costringevano lontano dal patronato di San Giuseppe, lui era sempre presente con la sua saggezza e la sua forza morale.
Io l’ho conosciuto alla fine degli anni ’90 quando letteralmente mi trascinò nel direttivo della Gianesini con le parole Dobbiamo e Bisogna. Con Giancarlo ho condiviso nella Gianesini più di un decennio e lui per me è sempre stato come un fratello maggiore , a cui far riferimento nei momenti più complicati perché la sua determinazione e positività erano la molla che faceva superare qualunque difficoltà. Con lui ho passato interminabili serate dopo ogni direttivo a discutere animatamente su tutto (sullo sport, sulla politica, sui figli e sul futuro dei giovani in generale a cui lui teneva molto).
La sua sferzante ironia e capacità di mediazione lo facevano entrare nel cuore di tutti.
Dobbiamo -Bisogna fare erano le sue parole chiave, un imperativo categorico che non ammetteva repliche.
Dobbiamo -Bisogna fare: quando nelle sere d’estate passava da solo ore ed ore ad inaffiare il campo da calcio, perché nessun’altro era disponibile.
Dobbiamo -Bisogna fare: quando al sabato lo vedevi da solo, pur con i suoi problem i fisici, a tracciare le linee del campo per prepararlo alla gara del giorno successivo, in quanto nessun altro si era reso disponibile.
Dobbiamo -Bisogna fare: quando alla domenica mattin a si presentava ad aiutare per le pulizie degli spogliatoi in quanto voleva che la Gianesini apparisse al meglio alle squadre ospiti.
Dobbiamo -Bisogna fare: quando con veemenza insisteva perché la Gianesini accogliesse e sostenesse i ragazzi problematici del quartiere, perché diceva “la Gianesini può essere per loro un’ancora di salvezza”.
Devo -Bisogna che vada: diceva alla amata moglie Carla ed ai cari figli Chiara e Filippo, perché sentiva l’obbligo di essere presente in patronato per dare una mano e mai si sarebbe tirato indietro.
Però questo Bisogna -Dobbiamo fare mai era accompagnato da un sentimento di tristezza o sfiducia, ma sempre da un sorriso e da una estrema positività e forza propositiva che non vedeva mai ostacoli insormontabili. Anche quando la malattia si faceva sempre più aggressiva e fastidiosa alla domanda “come va Giancarlo? ” la risposta secca era sempre “bisogna… che la vada ben!”.
Giancarlo non ha mai mollato.
Questa sua irrinunciabile positività era contagiosa e lui con il suo comportamento riusciva a trasmettere energia positiva a tutti. Ricordo poi la gioia sincera che Giancarlo provava e trasmetteva quando vedeva i suoi ragazzi comportasi bene in campo e vincere le partite ed anche quando le nostre squadre meno performanti perdevano Giancarlo aveva sempre una parola di sostegno ed incitamento e diceva ai ragazzi “su dai pazienza sarà per la prossima volta… non si può sem pre vincere” al chè i ragazzi sconsolati gli rispondevano “…si però non si può neanche sempre perdere”.
Ciao Giancarlo ci vediamo domani in patronato alla solita ora.
Il Direttivo